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Ricci al Working Capital Telecom: “Rivoluzioniamo la pubblica amministrazione con le start-up dal basso”

Digitale e riforme, il presidente all’evento nazionale dedicato all’accelerazione delle nuove imprese

MILANO – “Rivoluzioniamo la pubblica amministrazione con start-up in grado di rendere più efficiente e meno costoso lo Stato”. Così Matteo Ricci alla Triennale di Milano, nel suo intervento all’evento di ‘Working Capital Accelerator’ di Telecom, l’incubatore nazionale di nuove imprese. Il gruppo di telecomunicazioni spinge su tecnologie e digitale per sviluppare il “maggior acceleratore di innovazione del Paese”. Un progetto che ha già raccolto migliaia di business plan, finanziando decine di start-up con due milioni e mezzo di euro all’anno, per realizzare il debutto sul mercato delle idee dei giovani talenti. Così l’occasione per premiare i vincitori del programma coincide con l’appuntamento nazionale dell’azienda per fare il punto su innovazione e ricerca. Con le start-up si alternano sul palco le voci di investitori ed esponenti del mondo digital, dell’impresa, dell’università e della ricerca. Tra gli altri Alì Jafari, Vp di Twitter; Ferran Minguella, Loan Officer della European Investment Bank, Andrea Ballestri di Intesa San Paolo. A rappresentare le istituzioni anche Matteo Ricci. Che osserva: “Bisogna rivoluzionare la pubblica amministrazione: non è snella e costa troppo”. Per il presidente, il metodo non è “continuare a tagliare i servizi e il welfare. Ma riformare radicalmente l’organizzazione dello Stato”. Ricci mette sul tavolo il tema: “Il privato può aiutare il pubblico a riformarsi. Contemporaneamente il pubblico deve trovare un minimo di risorse necessarie per fare partire nuove imprese, nella necessità di modernizzarsi. Anche perché in futuro le amministrazioni non assumeranno più nessuno. Nei prossimi anni, con l’invecchiamento delle pubbliche amministrazioni, l’innovazione arriverà solo dall’esterno”. Le start-up avranno quindi un ruolo fondamentale: “Oggi le pubbliche amministrazioni colgono solo una minima parte delle potenzialità della rivoluzione digitale e dei social network. C’è troppa carta, troppa inefficienza. Su questi aspetti la pubblica amministrazione è del tutto impreparata. Credo alle rivoluzioni dal basso”. Non solo agenda digitale: “Bisogna finanziare nel territorio start-up in grado di cogliere i bisogni degli enti locali”. Esempio calibrato su Pesaro e Urbino: “Una delle esperienze più interessanti su cui stiamo lavorando riguarda la mobilità. Abbiamo messo insieme i giovani talenti con la nostra azienda di trasporti pubblici. L’obiettivo è sviluppare un’applicazione social del trasporto pubblico, una piattaforma dove avviene l’incontro tra coloro che domanda e offre mobilità. Spazi in grado, tra l’altro, di evidenziare in tempo reale le opportunità pubbliche di trasporto: dagli autobus ai treni, passando per car sharing e car pooling. Quante macchine pubbliche sono ferme nei territori? Magari girano solo un’ora al giorno. Questo patrimonio pubblico non può diventare un contributo alla mobilità alternativa?”. Altra iniziativa è “il dialogo tra il Cosmob, i giovani talenti del coworking e i nostri mobilieri. Per innovare sul tema dei prodotti personalizzati e sulle nuove tendenze”. Infine: “Le politiche sull’occupazione giovanile non devono essere esclusivamente incentrate sugli incentivi all’assunzione – conclude il presidente -. Gran parte delle risorse ministeriali andrebbero messe, insieme a una buona porzione di fondi comunitari, sul sostegno alle start-up. Per aiutare le pubbliche amministrazioni a costare di meno e a rinnovarsi”.


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