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Alla comunità accademica. Lettera aperta di Federico Scaramucci

Federico Scaramucci

vi scrivo perché ritengo imprescindibile confrontarmi con tutti voi. Come sapete il 2 marzo il Pd urbinate sceglierà attraverso primarie libere e aperte il proprio candidato sindaco. Io mi candido per portare il contributo di idee e proposte che ho raccolto in questi anni. Credo che Urbino e il momento storico meritino dedizione e determinazione, un impegno totale.

Da sempre il tema del rapporto tra Università e Comune occupa, a ragione, uno spazio centrale nel dibattito pubblico della città. Io voglio essere chiaro: l’Università degli studi di Urbino Carlo Bo e Amministrazione della città non vanno confuse, sono autonome e indipendenti. Chi mischia i due piani fa un torto ad entrambe. Penso che a Urbino debba valere più che altrove il principio di divisione funzionale del lavoro e delle responsabilità.

Nel rispetto dei ruoli, per dovere di chiarezza e trasparenza, non vi scrivo per illuminarvi, mostrandovi la strada con delle slides. Questo lo lasciamo ad altri. Il senso della lettera vuole essere diverso.

Comune e Università, sono istituzioni autonome. Al comune deve interessare il successo della didattica, la qualità della ricerca e il valore dei laureati che dall’Università escono. Studenti maturi, abili e ben formati, infatti, sono i migliori ambasciatori della accoglienza e della bellezza di Urbino. Avere ricerca di qualità, che sia utile e all’avanguardia, è l’unica rivendicazione che la politica dovrebbe muovere nei confronti della sue istituzioni formative. Il processo di federalizzazione delle Università marchigiane, oggi in atto, non dovrà pregiudicare l’autonomia del nostro Ateneo. La giunta che guiderò, se gli elettori valuteranno positivamente la nostra proposta, sarà a disposizione del nuovo Rettore per supportare l’Ateneo nelle scelte che vadano nel senso dell’internazionalizzazione, dell’eccellenza e dell’accoglienza. In primo luogo l’internazionalizzazione. La Città deve maturare, per poter accogliere altre culture, il primo passo è quindi la conoscenza delle lingue. Le nostre eccellenze devono poter essere tradotte per essere esportate e avere successo. La seconda frontiera riguarda la comunicazione e la tecnologia. Il digital divide è una barriera che dobbiamo incominciare a scalare insieme. È di fondamentale importanza che Comune, Università ed ERSU uniscano gli sforzi investendo in risorse umane per creare un centro comune per il trasferimento tecnologico.

Federico Scaramucci

L’ultima frontiera, ma non per importanza, è il lavoro. Passare dalle conoscenze alle competenze è una priorità. Partnership col privato e scambi operativi con le imprese del territorio sono le strategie migliori che possano essere messe in campo per consegnare ai nostri giovani il bagaglio necessario ad affrontare l’ingresso nel mondo del lavoro.

Voglio concludere dicendovi che Urbino ha bisogno di voi. Coinvolgeremo l’Ateneo nel grande progetto di formazione del personale municipale che abbiamo intenzione di inaugurare durante il primo anno del nuovo mandato. La politica deve saper ascoltare le istanze particolari, raccoglierle e farne tesoro. La demagogia del “tutto e subito” che circola in città in questi giorni fa da contraltare ad un ascolto di facciata che tende solo al mero consenso. Nulla di più lontano da ciò che io credo serva oggi alla nostra Urbino.
Vostro
Federico Scaramucci

 

 


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