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URBINO, PAURA DEL NUOVO? Piero Demitri scrive a telegianna.it

Piero Demitri

E’ singolare ciò che accade quest’anno a Urbino. Un inaspettato e forse, un tantino sospetto, senso civico ha investito la città. Cinque, sei , forse dieci candidati sindaci, e ora anche Sgarbi a scompaginare il tutto, pronti a darsi battaglia.   Pensavo di poter essere il sindaco ideale per tutti perché è con tutti che avrei voluto lavorare. Credevo di rappresentare  le numerose anime di questa città: quella ambientale perché è noto a tutti il mio impegno nello stimolare, da sempre, attenzione verso l’ambiente e la sua tutela.

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Avrei rappresentato nei migliori dei modi le esigenze e i problemi di commercianti, artigiani, imprenditori, agricoltori, sportivi, turisti, studenti. Totale, sarebbe stato, il mio impegno nel promuovere la cultura, la formazione artistica e ambientale, l’innovazione, la ricerca artistica e scientifica, lo sviluppo dell’alto artigianato, del design e della moda. Visto che risiedo da quasi quarant’anni nel centro storico, avrei sostenuto con grande impegno il ritorno dei cittadini nel centro storico e ne avrei tutelato la vivibilità. Grande impegno l’avrei profuso in favore della promozione e della valorizzazione delle colture di qualità e biologiche, cui tengo moltissimo. Credevo di aver offerto un’opportunità a tutti per un vero cambiamento qualitativo e non perché mi creda migliore di altri, anzi, ma  avrei emulato la visione e il metodo del migliore, a mio avviso, sindaco che Urbino abbia avuto: Egidio Mascioli che, consapevole della sua limitata cultura, ha  però saputo circondarsi di Architetti, Urbanisti, letterati politici illuminati e intellettuali provenienti da tutt’Italia e anche dall’estero. Allora mi sono domandato quali le controindicazioni alla mia candidatura. Il sospetto è che dietro a questa inusitata partecipazione vi sia una qualche volontà di fermare il nuovo, l’indefinito, volontà  che Volponi definiva La mafia dei poteri fermi, per non perdere il controllo e il potere sugli interessi e  sulle persone che hanno consentito a pochi, di snaturare e devastare una città e un territorio unici, per gli interessi speculativi di pochi. Una grande paura ha colpito l’ambiente.

Piero Demitri

Piero Demitri

Il PD locale ha scatenato una controffensiva di candidati e partitini civetta per controbattere un semplice cittadino che ama Urbino come l’amano in tutto il mondo e che vorrebbe difenderla. Ora leggo(soprattutto dopo l’avvento di Sgarbi) che i nuovi candidati pongono, al centro dei loro(finti) interessi programmatici, quelli che sono stati i temi delle mie battaglie di anni, la cultura, il turismo, l’arte, il paesaggio, la partecipazione democratica, l’ecologia e i problemi del giovedì. Ma non erano loro al governo della città quando si decideva l’incredibile ingrandimento della discarica di Cà Lucio per la quale tanti cittadini, ora si stanno sobbarcando enormi costi per un ricorso al Tar? E dove erano quando, tre anni fa, denunciai sulle pagine del Carlino, del clamoroso rifiuto ricevuto per mostre internazionali(Warhol, Modigliani, Morandi, Pomodoro ecc.) offerte a costo zero alla città(un silenzio incredibile anche da parte di cittadini, commercianti, intellettuali e imprenditori)? E non erano sempre loro a soprassedere alla denuncia, sempre di tre anni fa, che saremmo andati via dal centro storico per le devastazioni del giovedì notte a cui nessuno metteva rimedio? Nessuno, di loro, ha sollevato rilievi al fatto che non sia stata realizzata una mostra di Federico Barocci, il più grande artista urbinate dopo Raffaello, per ricordare i quattrocento anni dalla sua morte. Lo hanno fatto in America con una mostra a S. Louis e a Londra ma non nella sua città natale. E che cosa hanno programmato per i cinquecento anni dalla morte del BRAMANTE.

urbino veduta

I turisti che sono arrivati quest’anno in città per  vedere le più importanti opere conservate, sono rimasti delusi nel constatare che tali opere erano assenti per prestiti ai vari musei nel mondo. Nessuna sollevazione per il fatto che la città è praticamente vuota di cittadini, di turisti e di studenti in periodi in cui tutte le altre città d’Arte sono affollatissime, anche perché nessuna iniziativa di un certo spessore è stata organizzata.  Vergognoso è anche che quelli che hanno causato il profondo degrado in cui si trova la città, invece di essere cacciati via, chiedano nuovamente il consenso ai cittadini sicuri di riceverlo. Gambini è in consiglio comunale da quindici  anni, passando dalla maggioranza all’opposizione e ora ha deciso di schierarsi con le forze di centrodestra. Se fosse il biologico al centro dei suoi interessi, da me avrebbe solo appoggio incondizionato ma, è chiaro a tutti, che sono altri i motivi del suo impegno politico. Ritengo che sia il candidato più pericoloso per Urbino(nel senso che è quello che può fare più danni). In uno degli incontri che ho avuto con lui(ci sono testimoni), mi ha candidamente confessato che, oltre ad aver cosparso la nostra provincia di pannelli fotovoltaici, lo ha poi cominciato a fare anche sulle colline della toscana che mostravo a tutti come esempi virtuosi. Quello che interessa alla sua coalizione, non sono i problemi di Urbino e il fatto che la città stia per fallire(molti commercianti non pagano più le tasse perché non ce la fanno) e che fra non molto dovremo emigrare tutti quanti, a loro importano i numeri per abbattere l’avversario senza preoccuparsi di come ciò avvenga e a quale costo. Nessuno può pensare che si possa credere alla Muci o alla Crespini che sono nel consiglio comunale da decenni, e ora promettono cambiamenti radicali. Tutti sanno che Urbino potrebbe in poco tempo invertire la rotta e ricominciare a vivere ma che con loro continueranno l’abbandono e il degrado, ma questo è ciò che vogliono i cittadini altrimenti non li seguirebbero. Almeno avessero il buon gusto i politici, di evitare proclami e proposte ridicole tanto li voteranno lo stesso. Non volevo crederci, ma quando quattromila persone si mettono in fila per andare a votare personaggi al limite del paradossale come Londei e  Muci è ovvio che non è ignoranza ma una scelta precisa. Loro non hanno difficoltà a trovare galoppini che si adoperano, con ogni mezzo e promessa, per procurare quanti più elettori possibili, mentre è quasi impossibile per me, trovare cittadini veri disposti a esporsi per far parte della lista dei consiglieri. Una paura atavica attanaglia tutti quanti che, invece di cercare di liberarsi dalla tirannia del ricatto politico, si umiliano seguendo grottescamente chi sicuramente ucciderà ogni speranza futura, della città e dei loro figli. Personaggi che si nascondono dietro finte ideologie per non dover esprimere la loro opinione personale e, se attaccano lo fanno contro chi li vuole liberare e non contro chi li lega da una vita. Chi mi dà continui stimoli a continuare in questa battaglia sono i tanti stranieri, i pochi veri intellettuali, gli urbinati emigrati e quelli acquisiti. Urbino è una città del mondo che, però, è da sempre amministrata da ignoranti come un villaggio di campagna. Se agli urbinati Urbino non interessa, cercherò di farlo per tutto il resto del mondo che l’ ama e vorrebbe salvarla.

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Mi hanno offerto assessorati di tutti i tipi ma non miro a diventare un politico e quindi non mi legherò mai a chi, dopo aver governato per decenni, ora si ricicla come nuovo. Se mi sono candidato è proprio per contrastare chi ha devastato Urbino in questi ultimi trent’anni.

Piero Demitri


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