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DALLA PADELLA ALLA BRACE. Dal partito al servizio degli interessi dominanti al comando diretto da parte di questi interessi

 

da:Sinistra per Urbino

Urbino è passata in una notte dal governo del Pd al governo dei transfughi del Pd sostenuti dal centrodestra e da un personaggio televisivo. È sbagliato tuttavia sostenere che siamo di fronte alla fine di un’esperienza amministrativa di sinistra durata 70 anni: il Pd di oggi, infatti, pressoché nulla ha più a che fare con il Pci, con la storia della sinistra italiana e con la difesa del lavoro e delle classi subalterne. A Urbino, poi, già da tempo il consenso del Pd era legato prevalentemente ad un sistema di potere clientelare, fatto di appalti, di cooperative, di controllo delle opportunità di lavoro; un sistema entrato in crisi nel momento in cui le risorse da distribuire sono terminate. L’esito di queste elezioni era per molti aspetti scontato e la responsabilità di questo risultato è interamente del centrosinistra urbinate. 1) Il Pd e i suoi alleati hanno governato malissimo e hanno ignorato le esigenze dei cittadini, i quali hanno mandato ripetutamente chiari segnali: Corbucci ha perso 20 punti alla fine del primo mandato e altri 20 dopo il secondo (al primo turno). Nessuna autocritica è nel frattempo intervenuta: al contrario, il Pd ha continuato a rivendicare tutti gli errori commessi, a partire da S. Lucia, e ha persino cercato di scaricare sugli altri la colpa dell’allargamento della discarica di Ca’ Lucio. 2) Hanno scelto o hanno lasciato che venisse scelto un candidato sindaco inadeguato, individuando in Maricla Muci una figura in totale continuità – a partire dal programma – con l’esperienza fallimentare di Corbucci. Una figura politicamente debole, inoltre, che ha prodotto un’ulteriore spaccatura nel corpo militante di quel partito. 3) Hanno fatto una pessima campagna elettorale, all’insegna dell’arroganza del potere, quasi irridendo il disagio della città. 4) Senza sprezzo del ridicolo, in una piccola città in cui tutti si conoscono da sempre, hanno gridato al “fascismo alle porte”. Pensando che la gente dimenticasse che Gambini e Crespini provengono proprio dal Pd e che questo partito governa a Roma con il centrodestra di Alfano mentre mette mano alla Costituzione con l’aiuto di Berlusconi. Quanto agli anomali Verdi locali – che rappresentano una componente inquietante di questa nuova giunta -, proprio il Pd ne ha favorito negli anni scorsi la crescita e la capacità di manovra, in una logica spartitoria che aveva già assegnato loro il posto di vicesindaco.

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Solo il Pd è dunque responsabile del loro attecchimento in città. E’ inutile dunque cercare di scaricare sugli altri, e in particolare sulla Sinistra, la responsabilità di una sconfitta che il Pd e i suoi alleati si sono costruiti negli anni con pervicacia, nonostante più volte fossero stati messi in guardia. Il ricatto politico-morale e la criminalizzazione non funzionano, né con noi né con il nostro piccolo ma combattivo elettorato. La coalizione di Maurizio Gambini non manca di contraddizioni e sembra tenuta insieme prevalentemente dalla volontà di comandare e di sostituire il sistema di potere del Pd con un nuovo sistema di potere nel quale i cittadini rimangano sudditi. Il suo successo non può che essere valutato negativamente, dunque, allo stesso modo in cui negativamente avrebbe dovuto essere valutato il successo di Muci. Proprio queste contraddizioni interne, a fronte dei gravi problemi della città, renderanno particolarmente complicata l’amministrazione nei prossimi anni. Non è detto che questa giunta avrà vita facile e possa durare fino in fondo. E non bastano le sparate mediatiche alla Sgarbi – che hanno l’unico obiettivo di distogliere l’attenzione dai veri problemi della città – per governare una comunità. In ogni caso, va detto che Gambini è nel suo piccolo e fatte le debite proporzioni il sintomo di una tendenza politica più generale che da tempo ha preso piede nel paese. Frazioni sempre più consistenti di quei gruppi che detengono forti interessi economici e che sono padroni di pezzi più o meno cospicui della città, del territorio e delle attività che qui si svolgono non si accontentano della mediazione del personale partitocratico locale e sono spinti ora ad esercitare direttamente il potere politico. E questo perché non si fidano più e non sono più garantiti da quegli stessi apparati che sino a questo momento sono stati in gran parte al loro servizio ma che per via della crisi non sono più in grado di garantire come in passato la tutela dei loro interessi. Sia chiaro che vigileremo su ogni nomina, su ogni consulenza, su ogni appalto, su ogni delibera, su ogni modifica del piano regolatore e di tutte quelle norme che regolano i rapporti di forza in città. Sinistra per Urbino/Agorà ha fatto la scelta strategica di rappresentare una sinistra plurale, autonoma e alternativa al sistema di potere cittadino, sia nella sua variante di centrosinistra che in quella di centrodestra. Questa scelta ha ottenuto un riconoscimento modesto ma dignitoso, che dopo anni e anni di deserto politico ci consente di risollevare la testa e di ripartire – con umiltà e nella consapevolezza dei nostri limiti – per ricostruire la sinistra in città. Di conseguenza, la scelta dell’autonomia viene confermata anche per i prossimi anni, nei quali faremo un’opposizione costruttiva, come sempre deve essere, ma durissima.

Sinistra per Urbino. Gualtiero de Santi

Si tratta per noi di un investimento per il futuro: della scommessa che, se sapremo lavorare bene e trovare radicamento nei conflitti che agitano la città, il domani potrebbe essere molto diverso dall’oggi. Per questo motivo, terremo fermo il nostro programma confrontandoci a partire da esso con tutte le forze democratiche, sfidandole a lavorare per il bene della città. La settimana prossima incontreremo gli amici del Movimento 5 Stelle, ai quali facciamo i complimenti per il successo elettorale e gli auguri per il lavoro che hanno davanti. Siamo certi che Emilia Forti e chi un domani si alternerà con lei saprà dar voce a tutte le forze sane della città. A loro proporremo la costruzione di un forum permanente di discussione, aperto a tutti i soggetti che hanno a cuore il bene comune e la politica come servizio disinteressato. Un forum nel quale ciascuno porti le proprie idee per affrontare insieme i problemi di Urbino e coordinare le forze in un percorso di opposizione che sarà lungo e complicato e che ha bisogno della competenza e del lavoro di tutti. Alle altre forze della sinistra chiediamo invece di riconsiderare la loro scelta di subalternità nei confronti del Pd e di collocarsi sul terreno dell’autonomia, consentendo finalmente di ripristinare l’unità delle sinistre. Rivolgiamo un appello anche agli elettori di Demitri, delusi dalla scelta del loro capolista di allearsi in extremis con il Pd: venite con noi, aiutateci a costruire una sinistra un po’ più grande e un po’ più forte Infine, il Pd.

urbino veduta

La dura sconfitta subita potrebbe essere per questo partito l’occasione di una riflessione e i un rinnovamento. Temiamo tuttavia che questo rinnovamento consisterà in un suo ulteriore slittamento a destra su posizioni che fanno rimpiangere persino la vecchia Dc. Anche per contrastare il pericolo di morire democristiani, ci proponiamo di ricostruire la sinistra ricollegandoci alle numerosissime esperienze simili che in queste settimane stanno nascendo in tutta Italia.

da:Sinistra per Urbino


1 Commento on DALLA PADELLA ALLA BRACE. Dal partito al servizio degli interessi dominanti al comando diretto da parte di questi interessi

  1. Finalmente un’analisi politico-economica illuminante! Come si dice nell’articolo “siamo passati dal partito degli interessi dominanti al comando diretto da parte di quest’ultimi. I gruppi che detengono forti interessi economici e che sono padroni della città e del territorio esercitano ora direttamente il potere politico”
    Questa analisi corrobora una posizione che personalmente ho sempre avuto, ossia che lle persone della nuova giunta fossero diretta espressione di quei gruppi di potere richiamati da Sinistra unita.
    Infatti ho sempre avuto il dubbio che Cangiotti fosse “padrone di pezzi cospicui della città e che abbia voluto esercitare il potere politico perché non era più garantito dagli apparati che fino a ieri sono stati al suo servizio e che per via della crisi non sono stati più in grado di garantire i suoi interessi”.
    Stessa cosa vale per quello sfacciato e abile faccendiere di Cioppi che “vuole sostituire il potere del PD con un nuovo sistema di potere dove i cittadini rimangano sudditi “. E anche per quella signora della Ciampi, espressione della destra e delle banche locali e degli gnomi della finanza internazionale. Che dire poi della Crispini e di Gambini che in passato sono stati degli infiltrati nella sinistra urbinate e che sono i veri rappresentanti dei grandi capitalisti locali.
    Insomma, il complotto dei forti poteri economico-finanziari viene finalmente alla luce in questa nuova giunta. Analisi impeccabile quella di Sinistra unita. Un solo piccolo neo: aver dimenticato di evidenziare il ruolo di grande manovratore occulto svolto dagli Stati Uniti d’America e dalla lobby ebraica. Ma è una quisquilia.

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