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URBINO: Dov’è la rivoluzione? Riflessioni di Piero Demitri

Le riflessioni del candidato Piero Demitri a 4 mesi dall'insediamento della Giunta Gambini

Urbino

Ho aspettato alcuni mesi per vedere cosa succedeva,

ma mi sembra che fino ad ora, oltre che a festeggiare, a tappare qualche buca 

nelle strade e ad aggiungere amici, parenti e raccomandati della nuova giunta a
quelli della precedente non si sia visto nulla di nuovo, come avevo ampiamente
previsto. Nulla di quello che ci si aspetterebbe da una città’ come Urbino e di
quello che stanno facendo in tante altre per una ripresa economica e culturale.
Credo che con la scusa della crisi economica, in  migliaia di comuni italiani,
pur di abbattere chi se ne riteneva responsabile,  si sia facilitato,
spacciandolo per cambiamento, l’insediamento di sindaci e amministrazioni
ignoranti e opportuniste che peggioreranno ulteriormente le cose.  Invece in
molte altre, la crisi ha stimolato la volontà di rimettersi in moto puntando su
quelle che dovrebbero essere le  vere prerogative: Arte, Cultura,
Creatività, Ambiente, Paesaggio e gli incredibili prodotti della terra.  Pesaro, per esempio, si è mossa subito con le varie associazioni culturali per organizzare tutta una serie di eventi che hanno vivacizzato
l’estate. Hanno organizzato gli stati generali del turismo e sono convinto che nel giro di qualche anno diventerà una delle mete più apprezzate e gettonate d’Italia. L’amministrazione pesarese ha anche messo in campo una serie di facilitazioni burocratiche e finanziarie  per consentire l’apertura di nuove attività, negozi e imprese.

A Urbino, invece, tutti i giorni, con roboanti articoli sui giornali locali, la nuova giunta comunale si fa sentire spacciando per rivoluzionario tutto ciò che  è normale e semplice  amministrazione.

Così la nuova stagione teatrale diventa rivoluzionaria  e anche il bio salus o il cortile dei sapori o la chiusura di una buca con il catrame. Sembra quasi che Urbino non abbia mai avuto una stagione teatrale o una amministrazione nella quale, tra l’altro, erano presenti  gli  stessi di ora, da dieci, venti e trent’anni . Questo per nascondere il nulla per ora prodotto per migliorare l’economia e la qualità di vita dei cittadini. Cominciano a mettere le mani avanti denunciando ostacoli di ogni tipo a fronte, invece, di una maggioranza che gli permette di approvare, senza ostacoli, ciò che vogliono(vedi il caso Paganelli) così da potersi giustificare quando perderemo pezzi delle istituzioni cittadine(Ersu, Soprintendenza, Facoltà, Tribunale ecc.). Urbino, per ritornare al centro del dibattito culturale e politico, dovrebbe ambire a proporre eventi tipo il Rossini Opera Festival, Umbria Jazz o  come quelli organizzati ad Arezzo dove, da metà giugno alla fine di ottobre, quaranta mostre di artisti di fama mondiale sono dislocate lungo un itinerario di quattro chilometri per le vie della città insieme ad eventi culturali di vario tipo:  teatro, musica, architettura, filosofia, critica d’Arte, poesia, design ecc. Tali eventi, oltre all’innegabile arricchimento culturale, hanno prodotto, nell’edizione del 2013, un aumento dei turisti del 20% e della vendita dei biglietti dei musei del 30% a fronte di un costo zero a carico della comunità visto che  stato completamente coperto da sponsor. Se ci fossero tali eventi si potrebbe contare su un turismo di alta qualità che favorirebbe una ripresa delle attività commerciali e artigianali e potrebbe giustificare una chiusura quasi totale della Città al traffico automobilistico mentre ora, il sindaco, visto il peggioramento di tali settori e per tenere buoni i commercianti, sembra voglia permetterne un ulteriore apertura rendendo il centro storico ancora più invivibile.

Piero Demitri

Piero Demitri

La rivoluzione si potrà definire tale quando riapriranno i negozi chiusi, quando la città tornerà ad essere abitata da cittadini che la amano e la rispettano e quando vi saranno eventi all’altezza che consentiranno ai giovani urbinati di rimanere a vivere e lavorare in questa meravigliosa terra. Come avevo preannunciato e come tutti sapevano, Sgarbi non si è mai visto se non in occasione di festicciole o quando deve promuovere un nuovo libro. Lui è l’assessore ideale perché non ci sarà mai e non darà nessun fastidio. E’ stato per un decennio Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino senza che nessuno se ne sia accorto perché non ha fatto nulla né per l’Accademia e neanche per evitare le mostruose brutture cui è stata sottoposta la città e il territorio negli ultimi anni. In televisione attacca continuamente chi installa l’eolico, il fotovoltaico a terra e chi costruisce ecomostri e a Urbino si unisce a chi queste cose le ha autorizzato e anche direttamente prodotte rovinando un paesaggio unico. Ha fatto molto di più, per l’Accademia  Londei, in pochi mesi, da quando ne è il nuovo presidente, che Sgarbi in dieci anni. Qualcuno sperava, e devo confessare anch’io che si impegnasse seriamente ma per ora non si è visto nulla. Anche lui, come gli altri in passato, lamenta la scusa della mancanza di disponibilità finanziaria ma, come abbiamo visto ad Arezzo, i soldi, per gli eventi veramente importanti si trovano totalmente da sponsor.  Comunque devo ammettere che il nulla prodotto da questa giunta è certamente più divertente di quello prodotto dalla precedente anche se più devastante.

Continua, invece, la moria di attività commerciali e artigianali. La città è sempre più sporca e interi quartieri sono da tempo quasi sempre al buio(La vagine, via delle mura, S. Andrea, via Veneto ecc.) e non servono a nulla le telefonate agli uffici comunali per segnalare tale degrado perché rispondono che non sono più loro ad occuparsene. Sono cominciati i devastanti giovedì e ora anche i sabati dello sballo con feriti e devastazioni. Quando saranno andati via gli ultimi abitanti non ci sarà più nessuno a lamentarsi degli schiamazzi e delle devastazioni. Noi purtroppo abbiamo perso l’ultimo difensore della città’, Calzini, e, senza più  Bruscaglia,Volponi e Ceci  non è’ rimasto praticamente nessuno che la possa in qualche modo tutelare e  prefigurarne un rilancio qualitativo. Credo che chi ama Urbino, e sono milioni nel mondo, non abiti da queste parti.

da:Piero Demitri


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