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M5S sulle spese e il bilancio del Comune di Pesaro

E’ chiaro che le spese per il nuovo gioiellino tecnologico del Sindaco sono solo la punta di un grande iceberg sommerso che fuoriesce dal mare in cui naviga il PD.
Ieri è stato certificato lo stato di crisi del Comune di Pesaro dovuto alle difficoltà di questa maggioranza e, guarda caso, dove c’è Ricci c’è crisi (vedi la Provincia…).
Sarebbe stato interessante e gratificante avere un Sindaco come quello di Bagheria, del M5S, che ha predisposto un “Fondo di solidarietà” per le emergenze sociali in cui sono confluiti i primi 6 mesi di emolumenti relativi alle indennità di funzione sue e dei suoi assessori con conseguente riduzione del 30% dal settimo mese in poi. Ma qui siamo a Pesaro, ed il Sindaco Ricci è quello che si lamenta sui social network perché lo stipendio che prende non è adeguato rispetto a quello, più consistente, ad es. dei consiglieri regionali. In quel di Pesaro, l’unica soluzione proposta dalla maggioranza, e rivendicata dal primo cittadino giusto ieri nel corso del Consiglio Comunale, è quella di vendere quote di acqua pubblica, per altro, in una città che ha il primato del costo dell’acqua più alto in Italia. Siamo in una città in cui si investono quasi 400 mila euro per i fondi di solidarietà e 1 milione di euro per i dirigenti, tutti di nomina politica; ma che giustizia sociale c’è in questo modo di amministrare?
Facile dire che siamo virtuosi, che non alziamo le tasse mentre, di fatto, i cittadini sono alla canna del gas per il taglio dei servizi e sono sempre di più quelli posti nell’impossibilità di pagare tutti i balzelli di tasse sulla casa, imposti da questa amministrazione, complice ed insieme carnefice, con lo Stato centrale, governato dallo stesso PD, tra IMU, TASI, TARI e ora pure con l’IMU agricola.
Abbiamo strade devastate e pericolose per la mancanza di manutenzione; le scuole senza termosifoni con i ragazzi al freddo, l’università che verrà chiusa, il dissesto idrogeologico al primo accenno di pioggia, l’aumento dei disoccupati e della povertà media delle famiglie pesaresi, i disabili sensoriali senza il servizio necessario per il loro sostegno, amianto e siti pericolosi sparsi in tutta la Provincia.
Tuttavia, in questo panorama, qualcuno che sta meglio di altri c’è, basti pensare all’aumento di stipendio per il portavoce del Sindaco (da 20mila euro a 48 mila annui), giusto per fare un altro esempio. E in Regione la situazione è peggiore visto che gli indagati propongono tagli al welfare del 51% con conseguenti disagi per le famiglie e chiusura di ospedali con conseguente disservizi e senza strutture alternative che garantiscano le cure dei cittadini.
E’ ora di dire basta, la città è in mano al PD col 61% e lo è da 70 anni, la regione è del PD dallo stesso tempo, lo Stato è in mano al PD che lo governa col PDL dal ’94. Di chi è dunque la colpa di questa disastrosa situazione?
Se veramente si vuole cambiare qualcosa, visto che siamo in democrazia dove per fortuna vige l’alternanza, è necessario puntare su altro.

da: i Candidati Consiglieri Regionali M5S Pesaro ( Durante, Accoto, Frau, Ballerini, Frenquellucci, Fabbri)

 

Comunicato del Sindaco Matteo Ricci sul Bilancio di previsione 2015 (1 aprile)Pesaro

Bilancio, Ricci e Delle Noci: «Consuntivo con avanzo di 38 milioni. Ora chiediamo l’allentamento dal patto» 

«Comune virtuoso: vogliamo utilizzare le risorse per gli investimenti». L’Unione dei Comuni e le trattative nazionali

 PESARO –  Il giorno dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2015 – «uno dei pochi Comuni ad averlo fatto entro il 31 marzo: la stragrande maggioranza non riesce  a farlo a causa delle grandi difficoltà degli enti locali», si evidenzia – tocca al consuntivo 2014. Risultato: «Con l’armonizzazione contabile e la ripulitura dei residui otteniamo un avanzo di 38 milioni di euro», comunicano Matteo Ricci e Antonello Delle Noci. Del totale, 27 milioni di euro vincolati ad investimenti; tre milioni per il fondo rischi richiesto dal governo; otto milioni ‘liberi’ nella destinazione, ma «nel rispetto del patto di stabilità». Quindi: «Per molte realtà comunali, con le nuove norme, nel riaccertamento dei residui si verificheranno situazioni di disavanzo, per entrate minori reali rispetto al previsto. Da noi è l’esatto contrario: siamo un Comune virtuoso. Difficile fare più di così in sede di bilancio, dove stiamo continuando, tra l’altro, ad abbattere il debito (diminuito del 40 per cento negli ultimi 5 anni, ndr)». Tuttavia: «Potremmo andare ai 200 all’ora, perché abbiamo risorse nostre per strade, scuole, manutenzioni, investimenti. Ma ci hanno tirato il freno». La ragione è il patto di stabilità, che «ci impedisce di fare di più sugli investimenti. E più in fretta. Il nostro avanzo? Una cifra enorme, oltre un terzo del bilancio (consuntivo da 94 milioni di euro, ndr). Da un lato è un elemento positivo, di buona gestione. Dall’altro, il paradosso è che chi ha le risorse non può spenderle per il patto. C’è un problema anche per i Comuni virtuosi come il nostro. E vogliamo dirlo al governo, per rivedere il meccanismo».

Livelli. Le vie per chiedere e ottenere una svolta, secondo il sindaco, «oltre alla trattativa governo-Anci in corso sul decreto enti locali, che servirà per affrontare le emergenze dei Comuni», sono tre. «E le percorreremo tutte». Primo: «C’è una legge di cui sono promotore all’Anci per spingere su fusioni e unioni: presenteremo entro giugno la proposta. L’obiettivo? Uno degli incentivi deve essere lo svincolo totale dal patto di stabilità». Secondo: «Entro la fine di aprile il governo dovrà fare il Def (Documento di economia e finanza, ndr). Nella programmazione economica sono state preannunciate azioni importanti sul patto. Vorremo incidere anche su questo, in modo che dal 2016, dopo l’alleggerimento minimo del 2015, ci sia un allentamento vero». Terzo: «Strutturare la nostra Unione dei Comuni per avere risultati importanti sullo stesso tema dal 2016». Attraverso i tre livelli di azione, «nazionale e locale», dicono sindaco e assessore, «con risultati positivi potremmo avere più risorse da mettere in campo per gli investimenti. Almeno il doppio di quelle attuali». Resta la ricerca, parallela, di fondi extra, «come nel caso di porto e vecchio palas»:  «E’ la linea che ci siamo dati, in modo da non togliere risorse ai quartieri per i piccoli interventi, che affronteremo con il nostro bilancio».

Cifre. Nel consuntivo 2014 ci sono «28 milioni e mezzo di euro tra sociale ed educativo. Oltre ad avvisi di accertamento per un milione e 550mila euro». Delle Noci: «Negli ultimi anni abbiamo riscosso sempre più di quello che si era messo a preventivo. Nel 2015 c’è una diminuzione perché si recupera l’evasione dell’Ici. Siamo l’unico Comune che segnala all’Agenzia delle Entrate, perché ciò che entra dall’evasione recuperata va a beneficio di tutti». Infine: «Nel 2014 abbiamo estinto un mutuo da un milione e 600mila euro. Il debito procapite è sceso da 620 euro del 2009 a 410 euro del 2014. Proseguiremo».


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