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Matteo Ricci all’Anci: «Più sindaci nel Senato, rivedere il numero delle Regioni e legislazione spinta sull’associazionismo»

Il sindaco di Pesaro presenta la proposta dei Comuni sulle riforme: incentivi per chi si unisce su patto stabilità e local tax

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, vicepresidente PD e vicepresidente ANCI

«Vogliamo aiutare governo e parlamento a procedere nel completamento del processo di riforma del Paese. banner SOLElUNA-TISANOREICA 2 POST EVENTOPer questo, oltre a un Senato federale con più sindaci, chiediamo di rivedere il numero delle Regioni e avviare un ragionamento serio anche sul numero dei Comuni». Lo ha detto il vicepresidente Anci e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci al consiglio nazionale dei Comuni italiani, tenuto oggi a Roma nell’auletta dei gruppi parlamentari. «E’ arrivato il momento – ha spiegato Ricci, che dopo la relazione del presidente Piero Fassino ha presentato la proposta Anci sulle riforme istituzionali e degli enti locali – di fare una riflessione sulle Regioni, che devono tornare al loro ruolo originario di legislazione e pianificazione. Non solo: venti Regioni sono troppe, è arrivato il momento di accorparle». Ha quindi aggiunto che «nel nuovo Senato devono esserci più sindaci ed è inaccettabile, inoltre, che vengano eletti dai consiglieri regionali», sottolineando che «i

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, vicepresidente PD e vicepresidente ANCI

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, vicepresidente PD e vicepresidente ANCI

Comuni saranno chiamati a gestire la partita delle Città metropolitane e quella delle nuove Province di secondo livello. Proprio per questo, dobbiamo capire che 8mila Comuni, così come li abbiamo conosciuti finora, non reggeranno più. Non è una questione che riguarda solo i piccoli enti: coinvolge tutti. Bisogna ragionare non sulla popolazione ma sui bacini di utenza». Serve dunque, secondo il sindaco di Pesaro, una «legislazione più spinta» per aiutare i piccoli Comuni a stare insieme e contare di più, «tramite politiche incentivanti per chi si unisce e disincentivanti per chi non lo fa. Sia rispetto al patto di stabilità che alla futura local tax», ha concluso.


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