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Venerdì 16 dicembre, ore 21 Luigi Alfieri parla di “La fortuna di chiamarsi Venere”

La fortuna di chiamarsi Venere, Fedora Urbino

L’associazione culturale Fedora di Urbino chiude il ciclo di appuntamenti autunnali con l’incontro dal titolo “La fortuna di chiamarsi Venere”, dedicato al dipinto di Tiziano in mostra a Palazzo Ducale: venerdì 16 Dicembre, alle ore 21, negli spazi dello Studio Mjras (via Tomassini 7/a Urbino), l’ultimo appuntamento del ciclo Animalie.
Sarà Luigi Alfieri, docente presso l’Università di Urbino, a illustrare il tema in una serata piacevole e coinvolgente: <A quali condizioni è possibile raffigurare una donna nuda? Raffigurarla in maniera lecita, senza sospetto di immoralità, pornografia, o eventualmente offesa alla donna? La condizione principale, tanto oggi quanto ieri, è che si tratti di una raffigurazione artistica – dice il professor Alfieri -. In un passato neanche tanto remoto, e soprattutto nel Rinascimento, al requisito estetico si aggiungeva però un singolare requisito che potremmo definire socio-culturale: doveva trattarsi di un soggetto mitologico, o interpretabile come tale. In un periodo in cui l’arte era ancora prevalentemente sacra, per poter raffigurare soggetti radicalmente profani, spingendosi pericolosamente sino alla soglia dell’osceno, occorreva una buona scusa. E per una strana convenzione che si afferma già nel tardo medioevo, l’antica mitologia pagana godeva di una sorta di licenza morale specialissima.

La fortuna di chiamarsi Venere, Fedora Urbino

La fortuna di chiamarsi Venere, Fedora Urbino

Per il prestigio dell’antico? Perché gli antichi dei non facevano più paura? Perché alla mitologia venivano attribuiti valori simbolici profondi? Perché grazie alla pretesa profondità potevano essere contrabbandate esigenze un pochino più superficiali? Per tutto questo, probabilmente. E se la “Venere di Urbino” non fosse una Venere? Potrebbe essere soltanto una cortigiana, e tutto cambierebbe di senso. La fortuna di chiamarsi Venere, appunto>.

La serata si chiuderà con un momento musicale con brani scelti dalla tradizione barocca, dedicati alla dea dell’amore, interpretato dall’ensemble composto da: Giovanna Donini e Maria Sassi, soprani; Michele Bartolucci, violino; Elisabetta Del Ferro, viola da gamba; Pedro Alcácer, tiorba.

L’ingresso è gratuito


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